Di seguito l’articolo del Prof. Di Ciommo, pubblicato su Danno e Responsabilità n. 3/2020, Ipsoa, Milano.

Negli scorsi mesi, in tutto il mondo si sono sollevate polemiche attorno alle misure governative di contenimento del Covid-19 che hanno limitato alcune libertà individuali. Il dibattito che ne è derivato ha finito per mettere in evidenza la crisi in cui attualmente versano i diritti fondamentali della persona, i quali, soprattutto nelle moderne reti telematiche, risultano sistematicamente violati con buona pace degli ordinamenti giuridici, e con la conseguenza che attualmente si dà per scontato che on-line i dati personali siano saccheggiati e i diritti fondamentali violati senza che nessuno ne risponda. In questo contesto è proliferato il c.d. “Capitalismo della Sorveglianza”; tuttavia, i tempi sembrano oramai maturi per una decisa inversione di rotta, che deve necessariamente passare, tanto per cominciare, attraverso l’erosione, eventualmente anche solo per via pretoria, del principio di sostanziale deresponsabilizzazione dei provider di Internet garantita, ancora sino ad oggi, dalla direttiva 2000/31/CE.

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